I balli

La musica occitana si sviluppa a partire dal X secolo attorno a due filoni principali: quello religioso del canto gregoriano e quello profano, che raggiunge il suo livello più alto con i trobadors,compositori ed esecutori di poesia lirica occitana. Nei secoli successivi questa musica vive purtroppo una parabola discendente che terminerà solamente nel XX secolo, con la rinascita della coscienza dell’identità occitana, che porterà con sé una rinascita anche della musica e delle danze tradizionali delle regioni di lingua d’òc.

Con la ripresa della musica occitana durante gli ultimi decenni anche le danze tradizionali hanno conosciuto una grande ripresa e diffusione, anche in zone esterne alle valli occitane. 
Molti dei balli praticati oggi risalgono alla tradizione occitana, ma si possono trovare anche balli provenienti da tradizioni inglesi e balcaniche. 
Ogni ballo non si limita ad essere solamente un divertente insieme di passi e movimenti in grado di divertire e accomunare le persone, ma ha anche un significato ulteriore, basato proprio sul tipo di movimenti richiesti.
Così il rigodon mostra il carattere di una danza guerriera e di seduzione mentre il rondeu era in origine una danza sacra.

La farandola, danza provenzale per eccellenza, portata dai Fenici nel VII secolo a.C., era eseguita un tempo solo dagli uomini, i quali formavano un serpentone dal movimento flessuoso e circolare, simbolo di fertilità.
Le danze tipiche delle valli italiane sono invece la correnta, nata dalle danze rinascimentali e presente con passi diversi in ogni paese, ed il balet, anch’esso con schemi sempre differenti.
La borrièra, tipica della Guascogna, ricorda le danze balcaniche, masurca e polca arrivano dai paesi dell’est europeo, mentre la contradanca , tipica della val Varaita, deriverebbe dalle country dances, balli di campagna inglesi.