Un po di storia

L'Occitania è un'area geografica non delimitata da confini politici, ma contraddistinta dall'uso di una lingua comune: l'occitano.

Quando il sommo poeta Dante Alighieri tentò nel XIV secolo una prima classificazione delle parlate romanze prese come riferimento la particella che nelle varie lingue indicava l’affermazione. Determinò così la lingua del sì, l’italiano, la lingua dell’oil, oiltano o francese, e la lingua d’òc, l’occitano. Òc deriva dal latino “hoc est”: è questo, è così.  Da allora il temine Occitania venne utilizzato per identificare l’insieme delle regioni in cui si parla la lingua d’òc.
Questa terra occitana che ignora le frontiere statali comprende la Francia meridionale, da Briançon a Bordeaux, estendendosi fino a Limoges e Clermont-Ferrand, una dozzina di valli italiane e anche una piccola parte del territorio spagnolo, a ridosso dei Pirenei, nello specifico la Val d'Aran e zone circoscritte della Catalogna.

 

La croce occitana

Conosciuta anche come croce dei Conti di Tolosa, la croce occitana, con i suoi colori sangue e oro, richiama battaglie e antichi tesori.
La sua origine è discussa, vi è una tradizione che narra di come il simbolo fosse stato adottato dal conte Guillame Taillefer, conte di Tolosa. Vi è poi un’altra tradizione, molto più romantica, che narra di come questo simbolo sia stato portato dal conte Raimondo IV di Saint Gilles al ritorno dalla sua prima crociata in Terra Santa nel 1099, anche se esiste un atto del 1088 ne proverebbe l’uso prima della spedizione.
La più antica croce giunta fino ad oggi è quella che orna la chiave di volta della prima navata della cattedrale di Saint Etienne a Tolosa, datata 1211.